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Quali bevande preferire? Evidenze scientifiche

Indice dei contenuti

  1. Review su studi riguardo gruppi di alimenti e bevande
  2. Tè e caffè
  3. Bevande zuccherate
  4. Latte e vino
  5. Ulteriori evidenze

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Premessa. Tre la varie pubblicazioni scientifiche, per sommi capi, si possono distinguere: studi singoli (in vitro o su animali, singolo casi o serie di casi, studi osservazionali caso-controllo, di coorte e prospettici, RCT), meta-analisi e revisioni sistematiche. Se i primi, strumenti di ricerca primaria, sono concepibili come entità singole che portano ad un risultato espressione di dati raccolti nello studio stesso, gli altri due sono strumenti di ricerca secondari, ossia rivisitazioni di vari studi e relativi risultati su uno stesso argomento. Questi ultimi (meta-analisi e revisioni sistematiche, ndr) permettono di combinare i dati e trarre conclusioni maggiormente condivise (generando un unico dato conclusivo per rispondere a uno specifico quesito clinico).


Review su studi riguardo gruppi di alimenti e bevande

Interessante, in ambito di dieta ed alimentazione, una revisione di meta-analisi e review sistematiche, pubblicata nel 2014 (dati fino ad agosto 2013), che valuta le associazioni tra gruppi di alimenti e bevande e principali malattie croniche legate all'alimentazione 1. I risultati vengono classificati in tre categorie: studi che evidenziano un effetto protettivo, studi che giungono a conclusioni neutre e infine studi che indicano un effetto deleterio.

Nello specifico, 149 analisi (pool/meta-analisi, revisioni sistematiche) sono state incluse per esplorare le associazioni tra bevande comuni e malattie croniche legate all'alimentazione (DRCD) 2. I tumori (n=100) e le malattie cardiovascolari (n=24) sono stati i più studiati, seguiti da sovrappeso/obesità (n=10), malattie mentali (n=6), diabete (n=5), disturbi scheletrici (n=4), malattie dell'apparato digerente (n=2) e malattie del fegato (n=1). Tè e caffè sono state le bevande più studiate (n=56), seguite da latte (n=30), vino (n=19) e bevande zuccherate (n=13).

Tè e caffè

Se si prendono in considerazione gli studi riguardanti caffè o tè, nella maggior parte dei casi, qualsivoglia la condizione patologica oggetto di studio, questi offrono effetti protettivi o neutri, con solo una piccola parte degli studi che indica effetti di tipo negativo.

Tè

Rispetto al livello di consumo più basso/assente, livelli maggiori di consumo di tè tendono ad essere protettivi (n=27) o non associati (n=44) con il rischio di malattie croniche legate all'alimentazione (DRCD). Sulla base delle sole meta-analisi, i livelli più elevati di consumo di tè possono ridurre significativamente i rischi di diabete di tipo 2, morbo di Parkinson, patologie cardiovascolari (CVD) e neoplasie (polmone, seno, stomaco, colon-retto (solo tè verde), endometrio e rene); un consumo maggiore di tè è stato associato anche ad una riduzione del peso (-1,31 kg in 12-13 settimane).

Ad eccezione dell'effetto deleterio del tè molto caldo sulla prevalenza delle neoplasie all’esofago (insulto continuo derivato dall'ustione), il tè è globalmente neutro o protettivo nei confronti dell'insorgenza di DRCD. L'effetto protettivo più convincente è quello nei confronti del rischio di CVD (ictus, coronaropatia, dilatazione flusso-mediata dell'arteria brachiale, ...). I principali meccanismi coinvolti sono probabilmente legati all'effetto protettivo dei polifenoli, in particolare quello della catechina sulla pressione sanguigna.

Caffè

I risultati relativi al consumo di caffè sono meno marcati rispetto a quelli relativi al consumo di tè. I livelli più elevati di consumo di caffè tendono a essere protettivi (n=29) o neutri (n=32) sul rischio di DRCD. Sulla base delle sole meta-analisi, i livelli più elevati di consumo di caffè possono ridurre significativamente i rischi di diabete di tipo 2, malattie mentali, CVD e tumori (fegato, esofago, cavità orale/faringe, colon-retto, tiroide, endometrio, colon, pancreas e seno). Tuttavia, ci sono anche prove che suggeriscono che i livelli importanti di consumo di caffè possono aumentare significativamente i rischi di obesità (nelle donne), CVD (pressione arteriosa può aumentare significativamente nei soggetti con livelli più elevati di consumo) e cancro (prostata, tratto urinario, vescica).

Riassumendo, l'effetto del caffè sul rischio di malattie croniche legate all'alimentazione è meno chiaro rispetto a quello del tè, soprattutto per quanto riguarda CVD e tumori. L'aumento del rischio di CVD nei consumatori di caffè di alto livello è dovuto probabilmente all'aumento della pressione sanguigna e/o dei marcatori infiammatori e/o dei livelli di omocisteina. D'altra parte, sono stati ottenuti risultati convincenti per un effetto protettivo del caffè nei confronti del rischio di diabete di tipo 2 (meccanismi probabilmente multifattoriali e coinvolgono probabilmente composti antiossidanti, l'inibizione dell'assorbimento del glucosio, l'aumento del dispendio energetico basale, la stimolazione dell'ossidazione dei grassi, la mobilitazione del glicogeno nei muscoli, una diminuzione acuta della sensibilità all'insulina, il ruolo del magnesio nel metabolismo dell'insulina e la perdita di peso) e di alcune malattie mentali (declino cognitivo e malattie di Alzheimer e Parkinson, l'effetto protettivo del caffè è generalmente attribuito alla caffeina). Anche se finora non è stata condotta alcuna meta-analisi, il caffè è anche convincentemente protettivo nei confronti delle malattie croniche del fegato, in particolare della steatosi epatica (effetto protettivo attribuito alla caffeina, associata a una riduzione del rischio di un'elevata attività sierica di γ-alanina aminotransferasi che agisce come antagonista dei recettori A1/A2 dell'adenosina e/o come antiossidante).

Bevande zuccherate

Diverso discorso per le bibite zuccherate. Come intuibile, livelli importanti di consumo di bevande zuccherate tendono ad avere, secondo le pubblicazioni, effetti neutri (n=11 per sovrappeso/obesità e tumori) o deleteri (n=8 per sovrappeso/obesità e diabete di tipo 2) sul rischio di DRCD. Sulla base delle sole meta-analisi, i livelli più elevati di consumo di bevande zuccherate possono aumentare significativamente il rischio di diabete di tipo 2. Le meta-analisi hanno inoltre mostrato che un elevato consumo di bevande zuccherate è stato associato ad un aumento di peso (+0,1 kg/die e +0,8 kg/die per assunzioni di 200 kcal/die e 550 kcal/die da bevande zuccherate).

In definitiva, a differenza di un'assunzione elevata, o comunque regolare, di tè, caffè, latte e vino, un consumo elevato e/o regolare di bevande zuccherate sembra avere effetti deleteri sull'aumento di peso e sul diabete di tipo 2 e un effetto piuttosto neutro sul rischio di tumore. Gli effetti deleteri devono essere attribuiti principalmente all'elevato contenuto di zuccheri semplici (fruttosio, utilizzato per innescare la steatosi nei modelli di roditori; destrosio; sciroppo di mais) di queste bevande, cioè al loro alto contenuto energetico. E' stato dimostrato in modo convincente che queste bevande riducano la densità minerale ossea e aumentino la steatosi epatica (effetti causati forse dalla caffeina, dagli acidi organici (carbonico e citrico) o dall'acido fosforico (ad es. nelle cole) presenti in queste bevande, il cui consumo può portare a un aumento del carico acido nell'organismo o anche derivare da una diminuzione del consumo di latte (minore assunzione di calcio), che può essere correlata al consumo di bevande altamente zuccherate). Anche la carie dentale e le malattie esofagee sono state associate a un elevato consumo di bevande zuccherate.

Latte e vino

Bisogna tenere a mente che, a differenza di tè e caffè, latte e vino possono comprendere una varietà di sottotipi. Il latte è disponibile come intero, parzialmente scremato o scremato, mentre il vino è disponibile come rosso, rosato, bianco, con diversi contenuti di alcol. Questa eterogeneità non è sempre presa in considerazione o specificata nelle pubblicazioni.

Latte

Quando tutti i tipi di latte sono considerati insieme, livelli elevati di consumo hanno evidenziato tendenzialmente un effetto protettivo (n=14) o nessun effetto (n=30), piuttosto che un effetto deleterio (n=7). Quando sono invece considerati separatamente, evidenze mostrano come il latte intero possa avere un effetto neutro (sovrappeso/obesità, diabete di tipo 2, demenza vascolare e tumori dell'ovaio/prostata) o deleterio (CVD e tumori di vescica e ovaio), come il latte parzialmente scremato abbia un effetto neutro sul rischio di tumore al seno e infine come il latte scremato possa avere un effetto protettivo contro il tumore alla vescica, un effetto neutro sul rischio di sovrappeso/obesità e di tumore dell'ovaio e un effetto deleterio sul rischio di sovrappeso/obesità. Sulla base delle sole meta-analisi, i livelli più elevati di consumo di latte (non meglio definito, quindi contenuto di grassi non noto) possono ridurre significativamente i rischi di CVD, di cancro (stomaco, colon, colon-retto e vescica) e i biomarker del metabolismo osseo (come l'osteocalcina, con aumento significativo del contenuto minerale osseo totale del corpo e della densità minerale ossea); tuttavia, un consumo maggiore di latte è stato anche associato positivamente a un rischio maggiore di obesità, cancro al seno e cancro alla prostata. Più in generale, più basso è il contenuto di grassi del latte, più neutro sembra essere l'effetto.

Riassumento, ad eccezione del suo effetto positivo confermato sulla salute dello scheletro, l'assunzione di latte ha un effetto per lo più neutro sul rischio di tumori (n=22) e, in misura minore, sul rischio di CVD. Risultati contraddittori sugli effetti dell'assunzione di latte potrebbero anche essere attribuiti all'assenza di informazioni specifiche sul contenuto di grassi in alcuni studi. In effetti, come dimostrato, il latte intero appare leggermente meno neutrale rispetto al latte magro o scremato nei confronti del rischio di patologie croniche legate all'alimentazione.

Vino

Il discorso è più complesso per quanto riguarda il vino. Se, nella review, complessivamente si può evidenziare un effetto di tipo protettivo o neutrale, con solo pochi studi che individuano aspetti negativi, bisogna tuttavia tenere in considerazione quelle che sono le più recenti evidenze. Queste hanno smentito i presunti vantaggi di un consumo moderato di alcool 3 individuato precedentemente, ottenuti, almeno in parte, grazie ad un errore sistematico di categorizzazione degli individui negli studi (inclusione degli ex-bevitori nel gruppo di coloro che si sono astenuti per tutta la vita dal consumo di alcool)4. Le indicazioni attuali supportano il fatto che il miglior quantitativo di alcool da assumere, sia esso derivante da vino, birra o altri alcolici, sia pari a zero!

I risultati relativi al vino riguardano solo i rischi di patologie cardiovascolari (CVD) e cancro, con studi per entrambe le malattie che riportano effetti protettivi (n=11), neutri (n=12) o deleteri (n=3). Il consumo di vino è associato a un rischio CVD che segue una curva dose-risposta a forma di J. Sulla base delle sole meta-analisi, i livelli moderati di consumo di vino (ad es. 150-270 mL/die o 1-4 bicchieri/die) possono ridurre significativamente i rischi di CVD (la natura dell'associazione dipende dalla dose consumata) e di cancro (esofago, rene e polmone; risultati eterogenei, a seconda della sede del cancro). L'aumento del rischio di CVD (+76%, al massimo) e di cancro (al seno, ma soprattutto per i tumori del distretto testa-collo) è stato associato a un consumo di vino molto elevato (1-2 L/die o >30 bicchieri/settimana).

Ulteriori evidenze

Altre interessanti considerazioni che si posso ricavare dallo studio:

"...sulla base della percentuale di riferimenti, quando si considerano tutte le patologie croniche legate all'alimentazione (DRCD) e le 4 malattie croniche legate all'alimentazione principali, i grafici indicano che i seguenti gruppi di alimenti e bevande sono più protettivi: i prodotti a base di cereali contro tutti i DRCD; la frutta e la frutta a guscio e i semi contro il sovrappeso/obesità; il caffè, i cereali integrali, la frutta a guscio e i semi e i prodotti lattiero-caseari contro il diabete di tipo 2; il tè, il latte, il vino, la frutta e la verdura, la frutta, i cereali integrali, i legumi, la frutta a guscio e i semi e i prodotti lattiero-caseari contro i CVD; la frutta e i legumi contro i tumori..."

"...se si considerano solo le bevande, la percentuale di references per un effetto protettivo varia tra il 13% (sovrappeso/obesità) e il 75% (salute dello scheletro), mentre quelli per un effetto deleterio variavano tra 0 (salute mentale e scheletrica) e 43% (sovrappeso/obesità). I gruppi di alimenti e bevande meno protettivi sono stati le bevande zuccherate (solo 14% degli studi evidenzia effetti protettivi)...". 5




  1. Fardet A, Boirie Y. Associations between food and beverage groups and major diet-related chronic diseases: an exhaustive review of pooled/meta-analyses and systematic reviews. Nutr Rev. 2014 Dec;72(12):741-62. doi: 10.1111/nure.12153. Epub 2014 Nov 18. PMID: 25406801.↩

  2. Malattie croniche legate all'alimentazione (DRCD), tra cui malattie cardiovascolari, tumori, malattie dell'apparato digerente, malattie mentali, sarcopenia e alcune malattie di scheletro, reni e fegato.↩

  3. Daube M. Alcohol's evaporating health benefits. BMJ. 2015 Feb 10;350:h407. doi: 10.1136/bmj.h407. PMID: 25670722. // Chikritzhs T, Stockwell T, Naimi T, Andreasson S, Dangardt F, Liang W. Has the leaning tower of presumed health benefits from 'moderate' alcohol use finally collapsed? Addiction. 2015 May;110(5):726-7. doi: 10.1111/add.12828. Epub 2015 Jan 22. PMID: 25613200.↩

  4. Fillmore KM, Stockwell T, Chikritzhs T, Bostrom A, Kerr W. Moderate alcohol use and reduced mortality risk: systematic error in prospective studies and new hypotheses. Ann Epidemiol. 2007 May;17(5 Suppl):S16-23. doi: 10.1016/j.annepidem.2007.01.005. PMID: 17478320.↩

  5. I giudizi positivi derivano da errori nel design degli studi o da conflitti di interesse, come ad esempio studi con contribuzione economica da parte di produttori di bevande zuccherate, come The Coca-Cola Company. Lo stesso vale per gli studi su vino e alcool, latte, fumo di sigaretta, fast food, ... Dal momento che la review in questione prende in esame tutti gli studi riguardo un argomento, devono essere indicati anche gli studi che indicano una associazione positiva, anche se questa è smentita da molti altre pubblicazioni. Interessante a riguardo: Lesser LI, Ebbeling CB, Goozner M, Wypij D, Ludwig DS. Relationship between funding source and conclusion among nutrition-related scientific articles. PLoS Med. 2007 Jan;4(1):e5. doi: 10.1371/journal.pmed.0040005. PMID: 17214504; PMCID: PMC1764435 = "...gli articoli sponsorizzati esclusivamente da aziende produttrici di alimenti/bevande hanno da 4 a 8 volte più probabilità di avere conclusioni favorevoli agli interessi finanziari dell'azienda sponsor rispetto agli articoli non sponsorizzati da aziende produttrici di alimenti o bevande..."↩

#alimentazione #dieta #stile di vita #tipo 2