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Prediabete: "chiamata ad agire"

Indice dei contenuti

  1. Introduzione
  2. Sintomi
  3. Diagnosi
  4. Fattori che aumentano il rischio di prediabete
  5. È possibile correggere il prediabete?
  6. Come si può prevenire il prediabete?

Introduzione

Il momento in cui viene diagnosticato il prediabete potrebbe sembrare un momento piuttosto preoccupante, ma deve essere, al contrario, un'occasione che motivi ad agire. Sebbene il diabete mellito di tipo 2 sia una malattia progressiva, ci sono molti step che si possono compiere. In effetti, il prediabete può essere considerato una sorta di DM2 nelle sue fasi iniziali, motivo per cui non dovrebbe essere assolutamente ignorato o preso alla leggera. Il 'pre' davanti a 'diabete' indica che, sebbene i livelli di zucchero nel sangue siano più alti rispetto ai valori di norma, semplicemente non sono abbastanza alti da classificare il soggetto come affetto da diabete mellito di tipo 2 a tutti gli effetti. In molti casi, la diagnosi è preceduta da una fase di prediabete caratterizzata da livelli di glucosio nel sangue superiori alla norma, ma non così elevati da determinare un diabete conclamato, e da elevati livelli di insulina circolante (insulino-resistenza, iperinsulinemia). La condizione, è bene sottolinearlo, non è da considerarsi una vera e propria malattia, ma un fattore di rischio per diabete e patologie cardiovascolari.

In questo articolo esamineremo i sintomi del prediabete, come viene diagnosticato, come viene trattato.

Sintomi

In tutto il mondo moltissime persone presentano una condizione di prediabete senza esserne consapevoli. Il prediabete è una condizione silente, cioè il paziente può non essere consapevole di esserne affetto perché non manifesta sintomi. Questi possono essere molto subdoli e facili da ignorare per anni, finché la glicemia non sia abbastanza alta da attirare l'attenzione, quasi invariabilmente per la comparsa delle complicanze. E questo aspetto è un concetto importante che distingue il diabete mellito di tipo 1 rispetto al tipo 2: se nel primo, infatti, l'evoluzione della malattia è piuttosto rapida fin dall'esordio, non permettendo lo sviluppo delle complicanze che si riscontrano alla diagnosi solo in rarissimi casi, nel secondo la malattia progredisce più o meno lentamente per anni permettendo agli alti livelli di zucchero di danneggiare organi ed apparati prima della diagnosi.

Il modo più sicuro per individuare il prediabete sul nascere è programmare controlli annuali con il proprio medico di medicina generale e richiedere che vengano testati il valore di glicemia a digiuno e di emoglobina glicata (HbA1c), soprattutto in determinate condizioni predisponenti (vedi sotto).

Come il diabete mellito di tipo 2, i sintomi del prediabete sono il risultato di un graduale aumento dei livelli di zucchero nel sangue, della resistenza all’insulina e infine di livelli inadeguati di insulina. I sintomi più comuni sono:

Diagnosi

L'alterata glicemia a digiuno (IFG: Impaired Fasting Glucose) è una condizione in cui i livelli di glucosio nel sangue, rilevati a digiuno da almeno otto/dieci ore, superano per eccesso il limite di normalità pur rimanendo al di sotto dei valori che sanciscono lo stato diabetico (< 125 mg/dL). Per questo motivo, quando si rileva un'alterata glicemia a digiuno, si parla spesso di prediabete.

Ci sono tre differenti condizioni che possono far fare diagnosi di diabete mellito:

I livelli di glucosio misurati dopo questi test sono in grado di valutare se il vostro metabolismo è normale, se avete una condizione di rischio per il diabete mellito (“prediabete“: alterata glicemia a digiuno e/o ridotta tolleranza glicidica), o se siete affetti da diabete mellito.

digiuno dopo carico
sano 70 - 100 mg/dl < 140 mg/dl
prediabete 101 - 125 mg/dl 140 - 190 mg/dl
diabete ≥ 125 mg/dl ≥ 200 mg/dl

Se la glicemia a digiuno è di norma superiore a 100, ma inferiore a 125 mg/dl (glicemia a digiuno: da 100 a 125 mg/dl: alterata glicemia a digiuno), è utile fare il test di tolleranza al glucosio orale (OGTT), che permette di accertare la presenza di ridotta tolleranza glicidica (intolleranti al glucosio con glicemia dopo 2 ore dal test: da 140 mg/dl a 199 mg/dl) o di diabete (valori ≥ 200 mg/dl dopo 2 ore di prova da carico).

Fattori che aumentano il rischio di prediabete

Spesso si descrive il diabete mellito di tipo 2 come il risultato del sovrappeso, della mancanza di esercizio fisico e del consumo di cibi non salutari, ma, in realtà, la situazione è significativamente più complessa. Ci sono due percorsi che portano al prediabete e al diabete di tipo 2. E' ormai ben noto che sono coinvolti la resistenza all’insulina e una funzione compromessa delle β-cellule pancreatiche.

Il primo, l'insulino-resistenza, significa che il corpo avrà bisogno di sempre più insulina per mantenere normai i livelli di zucchero nel sangue. Ad un certo punto, il pancreas non riuscirà più a soddisfare la domanda e la glicemia inizierà ad aumentare in modo consistente.

La seconda, la predisposizione genetica, provoca una graduale disfunzione e distruzione delle cellule β del pancreas. Le cellule β svolgono il ruolo principale nella sintesi e secrezione di insulina e anche alcune persone con diabete mellito di tipo 2 possono avere difficoltà a produrre effettivamente quantità normali di insulina. Per i pazienti di questo secondo gruppo, prevenire il diabete probabilmente non è possibile, ma ciò non significa che non valga la pena e non si possano adottare misure per rallentare lo sviluppo della patologia e migliorare la propria salute.

I fattori più importanti che aumentano il rischio di prediabete sono:

È possibile correggere il prediabete?

In alcuni soggetti, il prediabete è reversibile se è il risultato di aumento di peso e abitudini malsane. È stato ampiamente dimostrato che se si iniziano a controllare i valori di iperglicemia sin dalla fase di prediabete, si può ritardare o addirittura prevenire l’insorgenza del diabete mellito di tipo 2. Inoltre, nella fase di prediabete si possono già prevenire la possibili complicanze del diabete: i danni a lungo termine, soprattutto cuore e sistema circolatorio, si avviano già in questa fase in modo subdolo e silenzioso. Come illustrato precedentemente però, per altri il prediabete è il risultato della graduale distruzione delle cellule β da parte dell’organismo.

Le cellule beta svolgono un ruolo fondamentale nella produzione di insulina. Oggi sempre più ricerche sul diabete di tipo 2 dimostrano che una buona percentuale delle persone con diabete di tipo 2 sperimenta una mancanza di produzione di insulina a causa della disfunzione e distruzione delle cellule β. Studi prospettici su popolazioni ad alto rischio hanno mostrato insulino-resistenza e/o difetti di secrezione di insulina prima della comparsa di una ridotta tolleranza al glucosio.

Ciò significa che mentre si dovrebbe assolutamente continuare a perseguire abitudini più sane riguardo alimentazione, esercizio fisico, aperdita di peso, sonno, tabagismo, in alcuni casi la progressione graduale della tua malattia sarà inesorabile.

Detto questo, apportare qualsiasi modifica possibile allo stile di vita può svolgere un ruolo enorme nel determinare se sia necessario o meno iniziare ad assumere farmaci per il diabete. Nella terapia del diabete mellito di tipo 2 sono infatti presenti 3 caposaldi: dieta, esercizio fisico e terapia farmacologica. E' stato dimostrato chiaramente che gli effetti ed i risultati ottenibili con i primi due (alimentazione ed attività fisica, ndr) sia superiore a quella ottenibile con qualsiasi terapia, tanto da essere motivo in più per metterli in pratica e da precedere come importanza i farmaci.

Come si può prevenire il prediabete?

Da quanto detto è chiaro come sia impossibile prevenire tutti i casi di prediabete. Tuttavia, ci sono molti modi per ridurre il rischio di sviluppare prediabete e diabete mellito di tipo 2. Il diabete, quando compare, diventa quasi invariabilmente una malattia cronica, quindi sarà meglio prevenirlo, anziché cercare di tenerlo sotto controllo.

Alcune strategie possono includere:


Punti chiave

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