Attività fisica nel diabete
Indice dei contenuti
Definizione
Attività fisica e sport sono la stessa cosa?
Si tratta di qualunque tipologia di movimento continuativo che provoca una spesa energetica.
L’attività fisica comprende tutti i movimenti del corpo che comportano un dispendio energetico, comprese le attività quotidiane (faccende domestiche, spesa, lavoro). L’esercizio fisico si caratterizza per dei movimenti ripetitivi programmati e strutturati (strutturati in maniera tale per preservare la forma fisica) specificamente destinati al miglioramento della forma fisica e della salute. Lo sport è attività fisica che comporta situazioni competitive strutturate e sottoposte a regole.
Nell'attività fisica i benefici sono molteplici, e fa bene a tutti. Fare attività fisica regolare comporta una riduzione della mortalità per tutte le cause. Malgrado i benefici siano noti, far muovere i diabetici è un’impresa difficile: in un campione in studio di diabetici, coloro che fanno attività fisica regolare sono solo il 10%, 16% saltuariamente, 75% non fa attività fisica.
Attività fisica e diabete mellito di tipo 2
L’attività fisica può prevenire l’insorgenza del diabete tipo 2?
Si, anche se non in tutti i soggetti.
Lo studio DPP permise di capire qualora l’associazione dieta + esercizio fisico fosse in grado di prevenire l’insorgenza del diabete mellito di tipo 2. I risultati dimostrarono come l’incidenza diminuisse del 58%. Non esiste alcuna terapia farmacologica in grado di ottenere tali risultati. Nel follow-up dei soggetti coinvolti nello studio, i benefici sono stati evidenziati anche a distanza, pur non continuando con il braccio sperimentale, con una riduzione del 34%.
Fare una camminata a passo veloce è garanzia di attività aerobica in tutte le persone?
Dipende dal grado di allenamento.
Quando si descrive la tipologia di attività si deve distinguere tra attività aerobica, di diversi livelli di intensità (lieve, modera, severa), e attività contro resistenza. L’attività aerobica va distinta bene dall’attività anaerobica:
- aerobica significa che tutto l’O2 che riusciamo ad introdurre tramite i polmoni può essere utilizzato a scopo energetico per ossidare glucosio e grassi;
- anaerobica avviene quando il livello di intensità sale per cui le richieste muscolari di O2 vanno oltre la capacità del sangue e dei polmoni di fornire ossigeno, ed è l’attività che comporta la produzione e aumento nel muscolo dell’acido lattico.
Come distinguerle? Non è sempre semplice, in quanto l’aerobiosi non è legata solo al tipo di attività fisica in sé, ma anche al tipo di allenamento, all’intensità dell’attività che si sta svolgendo, alla condizione atletica del soggetto. Un consiglio molto semplice per chi ha la necessità di cominciare a muoversi: si è in aerobiosi se mentre si sta compiendo un esercizio si riesce a parlare tranquillamente con una persona di fianco che stia facendo la medesima cosa.
Gli standard di cura SID-AMD indicano che, per ottenere un beneficio dal punto di vista metabolico (miglior controllo glicemico, mantenimento peso corporeo ottimale, riduzione rischio di malattie CV, riduzione epatosteatosi, riduzione osteoporosi senile e postmenopausale, miglioramento della qualità di vita, ottimizzazione costo/beneficio terapia), si deve fare almeno 150 minuti/settimana di attività fisica moderato-intensa (50-70% della Fc massimale) e/o in alternativa almeno 75 minuti/settimana di esercizio vigoroso (massimale, >70% della Fc massimale), per almeno 3 giorni/settimana e non ci deve essere più di due giorni consecutivi senza attività.
Nel diabete mellito di tipo 2 la combinazione delle due formule è quella che dà i risultati migliori dal punto di vista del compenso metabolico (diminuzione di insulino-resistenza e HbA1c). Viene quindi detto ora, contrariamente ad un tempo, come, oltre all’attività aerobica, si debba tranquillamente fare anche degli esercizi contro resistenza (lavoro fatto con i pesi, adeguati alla persona). Ciò è consigliato soprattutto alle persone con obesità/sovrappeso e sarcopenia (incrementare per quanto possibile massa muscolare serve a migliorare le prestazioni energetiche e metabolismo basale della persona). L’attività dovrà essere personalizzata in base ad età, grado di allenamento e di fitness generale, comorbidità, terapie farmacologiche, preferenze e possibilità del soggetto.
Approfondimento. Il grado di allenamento può essere calcolato con alcune formule, come la formula di Karvonen [Fc di riserva = Fc max (formula di Astrand: 220-età) - Fc a riposo], intensità relativa [Fc riserva x %Fc riserva + Fc riposo], e con alcuni test da campo relativamente semplici.
Se si osserva la piramide del movimento che indica le varie attività con la relativa frequenza consigliata, ogni giorno andrebbero fatte almeno attività fisiche tranquille come andare a piedi, passeggiare. Di sicuro andrebbero evitate o fatte il meno possibile altre, come vedere la TV, usare il PC: bisogna evitare di star seduti per più di 30 minuti senza muoversi.
Alle donne, in gravidanza a rischio o con diabete gestazionale, viene consigliato di fare attività di moderata intensità per 20/30 minuti, come il camminare o il nuotare. Con questa semplice prescrizione si può ottenere una riduzione delle glicemie a digiuno, il cui aumento ci fa presupporre, con un certo anticipo, la necessità di dover introdurre la terapia insulinica in una donna con diabete gestazionale.
Attività fisica e glicemia
Facendo movimento, qualsivoglia esso sia, la glicemia tende sempre a diminuire?
Dipende dalla tipologia dell’esercizio.
Un’attività aerobica (alattacida) tende a dare un effetto abbastanza prevedibile sulla glicemia, ossia una lenta diminuzione nel tempo. Nel momento in cui si fa invece un’attività anaerobica (lattacida) le glicemie da 1 a 3 ore dopo l’esercizio fisico aumentano; questo è valido soprattutto negli sport ad attività alternata come il calcetto. Ancora, meno il soggetto è allenato più tenderà ad avere degli incrementi di glicemia temporanei in risposta all’intensità dell’esercizio. Gli sport con attività estremamente breve (anaerobica, lattacida), come pesistica o 100 m di corsa, sono attività talmente brevi che in realtà non comportano delle grosse variazioni. In ultima analisi, tendenzialmente, il tipo di attività fisica che meglio si presta ad un controllo e miglioramento dei profili glicemici è proprio quella aerobica, che deve essere praticata secondo i criteri precedentemente illustrati.
Diabete e sport
Lo sport agonistico è controindicato in una persona con diabete tipo 1?
Può essere praticata, ma con la dovuta preparazione teorica.
L’attività agonistica e il diabete sono stati sempre un binomio problematico, anche per gli operatori sanitari.
“Glicemia, iperglicemia, chetoacidosi sono conseguenza dell’esercizio fisico che non solo riducono la performance atletica, ma possono mettere in pericolo la vita.” Perkins e Riddell, 2006.
Per fortuna oggi le cose vanno, per qualche verso, in maniera differente, soprattutto per l’interesse di sportivi affetti da diabete e di associazioni dedicate (ad es. Steve Redgrave (canoa), Will Cross (alpinista), Team NovoNordisk (ciclismo)). Il problema tuttavia è come ancora si tenda a dire che l’attività sportiva provochi degli effetti imprevedibili e che si debba agire secondo un "trial and error approach". Questo è vero solo in parte, in quanto non è vero che tutto sia assolutamente imprevedibile, poiché le leggi fisiologiche, nel loro complesso, che governano il metabolismo energetico sono uguali nel diabetico così come nel soggetto sano.
Attività fisica e diabete mellito di tipo 1
E' utile in questo contesto spendere qualche parola in più per quanto concerne l'attività fisica nel soggetto diabetico di tipo 1. Se infatti nel tipo 2 l'esercizio è parte integrante di una corretta condotta terapeutica, nel tipo 1, essendo una patologia pressoché indipendente dallo stile di vita, il suo ruolo, come detto prima, rimane controverso. Anche se l'attività fisica ha diversi benefici per la salute dei pazienti con diabete, in generale, i pazienti non si impegnano in questa a causa di barriere come la paura dell'ipoglicemia indotta dall'esercizio fisico. Come analizzato da uno studio 1, è emerso come molti lavori raccomandino l'attività fisica per una gestione efficace del diabete mellito di tipo 1. Fornisce, infatti, diversi benefici per la salute,
migliora:
- controllo della glicemia: l'esercizio fisico regolare può portare a una riduzione del livello di glicemia, è sicuro e non comporta un aumento degli episodi ipoglicemici; l'attività fisica a gioco libero ha un ruolo cruciale nel contribuire a mantenere i livelli di glicemia nei bambini con DM1; l'esercizio fisico in toto (allenamento di resistenza e allenamento di forza) migliora il controllo glicemico; anche l'assorbimento di glucosio da parte del muscolo aumenta durante lo sport e può raggiungere valori 30-50 volte superiori a quelli a riposo;
- forma fisica: numerosi studi hanno dimostrato che l'attività fisica migliora la forma fisica nei soggetti con DM1. L'allenamento contro resistenza supervisionato nei pazienti maschi è stato associato a un aumento della forza. Inoltre, l'allenamento tra gli adolescenti con DM1 porta a un miglioramento della forma fisica. L'esercizio fisico regolare migliora la forma fisica cardiovascolare e aumentato la massa magra in questi pazienti;
- funzione endoteliale: l'esercizio anaerobico può migliorare la funzione endoteliale in diversi letti vascolari in soggetti con DM1 di lunga durata che sono a rischio sostanziale di angiopatia diabetica;
- sensibilità all'insulina;
- benessere: migliora il benessere e la salute psicologica di bambini e adolescenti con DM1; associazione tra maggiore quantità di attività fisica e migliore indice di massa corporea, una composizione corporea e uno stato di salute più favorevole nei soggetti con DM1, simile a quello dei soggetti senza diabete;
- sistema immunitario: l'allenamento aerobico migliora lo stress ossidativo nei soggetti affetti da diabete e induce numerosi benefici diminuendo l'infiammazione e migliorando le difese antiossidanti;
inoltre, riduce:
- profilo lipidico del sangue: l'endurance training, l'allenamento aerobico, l'attività fisica regolare migliorano il profilo lipidico (riducendo le concentrazioni elevate di lipoproteine nel plasma: lo stato di forma fisica è risultato significativamente correlato ai livelli di lipidi e di lipoproteine; i livelli di colesterolo totale diminuiti significativamente dopo un periodo di esercizio fisico) negli adolescenti e uomini con DM1 fisicamente attivi e riducono l'adiposità corporea nei bambini (relazione lineare dose-risposta tra l'aumento dell'attività fisica e la perdita di grasso addominale);
- insulino-resistenza: l'esercizio aerobico riduce la circonferenza vita, che è correlata a una tendenza all'aumento dei livelli di HDL-C, e questo può indicare una diminuzione del grasso viscerale con un miglioramento della resistenza all'insulina;
- patologie cardiovascolari: relazione lineare dose-risposta tra l'aumento di esercizio fisico e riduzione dei fattori di rischio CV legati all'assetto lipidico; i soggetti con DM1 che sono fisicamente più attivi hanno un rischio complessivo di eventi CV inferiore rispetto alle loro controparti sedentarie;
- fabbisogno di insulina;
- pressione arteriosa: relazione lineare dose-risposta tra aumento di esercizio fisico regolare e riduzione della PA in pazienti con DM1; miglioramento della PA diastolica;
- mortalità: è stata riscontrata un'associazione inversa tra attività fisica e mortalità per tutte le cause in entrambi i sessi con DM1.
Nel complesso, quindi, l'attività fisica ha effetti protettivi significativi ed essenziali contro i rischi 2 per la salute associati al diabete, indipendentemente dal tipo.
AD Wake: Protective effects of physical activity against health risks associated with type 1 diabetes: “Health benefits outweigh the risks”. World J Diabetes, 2022.
↩In generale, le complicanze legate al diabete possono essere suddivise in complicanze macrovascolari e microvascolari. L'ictus, la coronaropatia e l'arteriopatia periferica rientrano tra le complicanze macrovascolari, mentre le complicanze microvascolari comprendono la retinopatia, la nefropatia diabetica e la neuropatia.
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