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Trasporto del glucosio: SGLT e GLUT

Indice dei contenuti

  1. Introduzione
  2. Trasporto attivo: SGLT
  3. Trasporto passivo: GLUT

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Introduzione

I trasportatori del glucosio sono proteine transmembrana che permettono il passaggio del glucosio attraverso la membrana plasmatica: dal versante extracellulare a quello intracellulare e viceversa. A seconda dell’utilizzo o meno di energia vengono suddivisi in attivi e passivi.

SGLT GLUT
famiglia di
proteine
SCL5A SCL2A
isoforme 1-2 1-14
tipo di trasporto simporto, attivo (secondario) uniporto, passivo (diffusione facilitata)
soluti sodio, glucosio glucosio

Trasporto attivo: SGLT

Descritto per la prima volta nel 1960 da R.K. Crane, il trasporto attivo si caratterizza per la presenza di due isoforme SGLT (Sodium-GLucose Transporter) 1 :

La presenza di trasportatori SGLT 1 e 2 nel tubulo renale permette il riassorbimento del glucosio dall'ultrafiltrato glomerulare. Se nel soggetto sano questo meccanismo è indispensabile per non perdere con le urine il prezioso metabolita energetico, nel soggetto diabetico tale meccanismo concorre a mantenere la condizione di iperglicemia. A tal proposito sono stati sviluppati e sono oggi in uso in terapia nel diabete mellito di tipo 2 farmaci (inibitori SGLT2 o gliflozine 2) in grado di bloccare il trasportatore SGLT2, responsabile del 90% del riassorbimento 3, permettendo così un eliminazione di glucosio con le urine (glicosuria). L'eliminazione di una maggiore quantità di glucosio con le urine serve a favorire una diminuzione dell'iperglicemia verso uno stato euglicemico.

Nello specifico, si tratta di un trasporto attivo secondario, in simporto. Questa classe di molecole, infatti, utilizza l’energia derivante dal trasporto secondo gradiente del sodio (gradiente elettrochimico) per accoppiare un trasporto contro gradiente del glucosio, spostando entrambi i soluti nella medesima direzione. Essendo il sodio più concentrato a livello extracellulare (c.e. 140-145 mEq/L, c.i. 12-14 mEq/L) grazie all’azione della pompa Na+/K+ ATPasi di membrana, questo tenderà passivamente ad entrare dall’esterno verso l'interno della cellula in presenza di trasportatori dedicati.


Trasporto passivo: GLUT

Il trasporto passivo comprende i trasportatori della famiglia GLUT (GLUcose Transporter), di cui sono state identificate 14 isoforme. Le principali 45 :

Class I

Class II

Questi sono trasportatori passivi, ossia non richiedono il consumo di energia per il loro funzionamento, sfruttando esclusivamente la differenza di concentrazione del soluto come forza motrice.

GLUT1 è espresso in modo pressoché ubiquitario nelle cellule ed è responsabile dell’ingresso di glucosio utile a sostenere la respirazione cellulare (glicolisi > ciclo di Krebs > fosforilazione ossidativa). Se il trasportatore GLUT1, vista la sua elevata affinità, è in grado di far passare il glucosio a livello intracellulare anche a fronte di concentrazioni extracellulari modeste, ciò non avviene per GLUT2.

GLUT2, a bassa affinità, permette infatti il passaggio di glucosio solo con differenze di concentrazioni maggiori. Ad esempio, dopo il pasto permette l’ingresso di glucosio nelle β-cellule pancreatiche (stimolando così il rilascio di insulina) e negli epatociti; contrariamente, a digiuno, permette il rilascio di glucosio dagli epatociti verso il torrente sanguigno (glicogenolisi e gluconeogenesi aumentano infatti la concentrazione di glucosio intracellulare invertendo la direzione).

GLUT3, al pari di GLUT1, è un trasportatore ad alta affinità e permette l’ingresso di glucosio anche in condizioni basali nei neuroni, cellule che richiedono in modo quasi esclusivo tale molecola come fonte energetica per il metabolismo.

Interessante excursus è da farsi per GLUT4. GLUT4 è un trasportatore normalmente presente a livello intracellulare e quindi non costantemente posizionato, a differenza degli altri, sulla membrana cellulare. A livello intracellulare viene mantenuto nel citosol caricato sulla membrana di vescicole. Tali vescicole fondono la loro membrana con la membrana plasmatica cellulare in risposta allo stimolo insulinico, e quindi all’aumento della glicemia, permettendo l’esposizione dei trasportatori e il passaggio intracellulare di glucosio secondo delta di concentrazione. Si comprende, pertanto, come i tessuti che presentino tali trasportatori, tessuto muscolare e adiposo, vengano definiti insulino-dipendenti: la loro assunzione di glucosio è condizionata dalla secrezione di insulina. Viceversa, durante i periodi di digiuno, in assenza di stimolo insulinico, tali trasportatori vengono rimossi dalla membrana. Ciò accade per due principali motivi: 1) per non rimuovere dalla circolazione il glucosio, quando presente in basse concentrazioni, privandone così tessuti che necessitino in modo pressoché obbligato di tale substrato; 2) per evitare che una eventuale concentrazione maggiore di glucosio intracellulare porti ad invertire il trasporto (intracellulare > extracellulare).




  1. G. Gyimesi; J. Pujol-Giménez; Y. Kanai; M.A. Hediger: Sodium-coupled glucose transport, the SLC5 family, and therapeutically relevant inhibitors: from molecular discovery to clinical application. *European Journal of Physiology (Aug 2020)*↩

  2. [SGLT2 Inhibitors (Gliflozins), Diabetes.co.uk 2019](tab:https://www.diabetes.co.uk/diabetes-medication/sglt2-inhibitors.html)↩

  3. E.M. Wright: Renal Na(+)-glucose cotransporters". *American Journal of Physiology. Renal Physiology (Jan 2001)*↩

  4. B. Thorens B, M. Mueckler: Glucose transporters in the 21st Century. *American Journal of Physiology. Endocrinology and Metabolism (Feb 2010)*↩

  5. B. Thorens: Glucose transporters in the regulation of intestinal, renal, and liver glucose fluxes. *The American Journal of Physiology (Apr 1996)*↩

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