Dieta priva di carboidrati: dannosa!
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Discussione
Se l'elevata assunzione di carboidrati è facilmente classificabile come un comportamento dannoso, la ridotta assunzione degli stessi spesso viene vista in modo positivo. Le diete a basso o nullo contenuto di carboidrati, che limitano i carboidrati a favore di un maggiore apporto di proteine e/o grassi sono, purtroppo, una strategia per la perdita di peso oggigiorno piuttosto popolare. In pratica, le diete a basso contenuto di carboidrati che sostituiscono i carboidrati con un maggiore apporto di proteine o grassi hanno guadagnato notevole popolarità grazie alla loro capacità di indurre perdita di peso a breve termine, nonostante dati incompleti e contrastanti riguardanti i loro effetti a lungo termine sulla salute. Alla luce dell’epidemia mondiale di obesità e della diffusa popolarità delle diete a basso contenuto di carboidrati, l’esplorazione dei loro risultati sulla salute a lungo termine è di importanza clinica. Infatti, l’effetto a lungo termine della restrizione dei carboidrati sulla mortalità è controverso e potrebbe dipendere dalla sostituzione dei carboidrati alimentari con proteine e grassi di derivazione vegetale piuttosto che animale.
Inoltre, secondo quanto riscontrato in passato, le diete a basso contenuto di carboidrati e la loro combinazione con diete ad alto contenuto proteico migliorerebbero i fattori di rischio cardiovascolare a breve termine, riducendo così la mortalità e le malattie cardiovascolari incidenti. Tuttavia, recenti studi di coorte non hanno supportato questa ipotesi e i loro benefici e rischi per la salute a lungo termine rimangono controversi. Infatti, le diete a basso contenuto di carboidrati tendono a comportare una riduzione dell’assunzione di fibre e frutta e un aumento dell’assunzione di proteine di origine animale, colesterolo e grassi saturi, che sono tutti fattori di rischio per mortalità e malattie cardiovascolari.
Nei soggetti adulti, i modelli dietetici caratterizzati sia da un basso consumo di carboidrati (<40% dell’energia) che da un alto consumo degli stessi (>70% dell’energia) sono associati ad un aumento del rischio di mortalità e ad una minore durata di vita residua, con un rischio minimo osservato con il 50-55% di energia proveniente da carboidrati. Questi risultati riflettono una relazione a forma di U tra assunzione di carboidrati e mortalità e sono stati corroborati da dati provenienti da coorti nordamericane, europee, asiatiche e multinazionali (la gamma di assunzione di carboidrati varia in base a fattori geografici e socioeconomici; la percentuale di energia derivante dai carboidrati è inferiore negli studi di coorte nordamericani ed europei (valori medi generalmente ≤ 50%) rispetto alle coorti asiatiche o multinazionali, che comprendono in gran parte paesi a basso e medio reddito (valori medi > 60%)). Ulteriormente, modelli dietetici a basso contenuto di carboidrati che sostituiscono l’energia proveniente dai carboidrati con energia proveniente da proteine o grassi di origine animale sono associati a rischi maggiori, mentre questa associazione è stata invertita quando l’energia proveniente dai carboidrati è stata sostituita con proteine o grassi di origine vegetale. Questi dati suggeriscono quindi che la fonte delle proteine e dei grassi sostitutivi dei carboidrati nella dieta possa modificare notevolmente la relazione tra l'assunzione di carboidrati e la mortalità.
Studi
Risultati di diversi studi:
- 1 Nel complesso, il consumo medio di energia derivante da grassi e proteine animali è stato maggiore rispetto a quello derivante da grassi e proteine vegetali in tutti i gruppi a varia % di assunzione di carboidrati (assunzione media di carboidrati del 48,9%). I partecipanti al gruppo di bassa % di carboidrati avevano un consumo medio più elevato di proteine e grassi animali e un consumo medio inferiore di proteine vegetali e fibre alimentari rispetto ai partecipanti degli altri gruppi. I grassi vegetali e l’apporto energetico totale avevano relazioni inverse a forma di U o J tra i differenti gruppi a diversa % di carboidrati: i partecipanti sia nel primo (minore %) che nell'ultimo (maggiore %) avevano un consumo medio di grassi e calorie di origine vegetale inferiore rispetto a quelli dei gruppi intermedi. Il rischio più elevato di mortalità è stato osservato nei partecipanti con il consumo di carboidrati più basso. Tuttavia, la relazione tra consumo di carboidrati e rischio di mortalità è significativamente non lineare, risultando in un'associazione a forma di U, con il rischio più basso associato ad un consumo di carboidrati pari al 50–55%. Sono state riscontrate differenze significative corrispondenti nella durata di vita residua media in base all'assunzione di carboidrati; è stato stimato che:
- un partecipante di 50 anni con un apporto energetico derivante da carboidrati inferiore al 30% avrebbe un’aspettativa di vita prevista di 29,1 anni, rispetto ai 33,1 anni di un partecipante pari-età che consuma 50-55% di energia derivante dai carboidrati (differenza 4 anni).
- un partecipante di 50 anni con un elevato apporto di carboidrati (>65% dell’energia derivante dai carboidrati) avrebbe un’aspettativa di vita prevista di 32,0 anni, rispetto ai 33,1 anni di un partecipante che consuma il 55% dell'energia dai carboidrati (differenza 1,1 anni).
- a base vegetale: associato ad un consumo medio più elevato di verdure ma a un consumo inferiore di frutta; ad un maggiore apporto di grassi in cambio di carboidrati; ad una media più elevata di grassi polinsaturi e un minore apporto di grassi saturi; a più porzioni giornaliere di noci, burro di arachidi, pane scuro o di cereali, cioccolato e pane bianco. Un maggiore consumo di proteine e grassi di origine vegetale anziché di carboidrati è stato associato a una significativa diminuzione della mortalità per tutte le cause
- a base animale: associato a un consumo medio inferiore sia di frutta che di verdura; ad maggiore apporto di grassi in cambio di carboidrati; ad una media ridotta di grassi polinsaturi e un maggiore apporto di grassi saturi; ad un apporto proteico totale più elevato; a più porzioni al giorno di manzo, maiale e agnello come piatto principale, manzo, maiale e agnello come contorno, pollo con e senza pelle e formaggio. L'aumento del consumo di proteine e grassi di origine animale invece di carboidrati è stato associato a un aumento significativo della mortalità per tutte le cause.
- 2 La relazione tra macronutrienti, malattie cardiovascolari e mortalità è controversa. La maggior parte dei dati disponibili provengono da popolazioni europee e nordamericane dove è più probabile un eccesso di nutrizione, quindi la loro applicabilità ad altre popolazioni non è chiara. Lo studio Prospective Urban Rural Epidemiology (PURE) è un ampio studio epidemiologico di coorte su individui di età compresa tra 35 e 70 anni in 18 paesi con un follow-up mediano di 7.4 anni. Sono state valutate le associazioni tra consumo di carboidrati, grassi totali e ciascun tipo di grasso con malattie cardiovascolari e mortalità totale. Risultati: un maggiore apporto di carboidrati è stato associato a un aumento del rischio di mortalità totale (HR 1.28) ma non con il rischio di malattie cardiovascolari o di mortalità per malattie cardiovascolari.
- 3 Dopo l'aggiustamento per potenziali fattori confondenti, è stato osservato un rischio modesto ma statisticamente più elevato di mortalità per tutte le cause nel gruppo a basso contenuto di carboidrati (HR aggregato 1,23); sono state osservate associazioni inverse tra dieta con bassi carboidrati sostituiti con alimenti vegetali e la mortalità per tutte le cause (HR aggregato 0,80). Per la mortalità CV, è stata osservata un’associazione diretta modesta ma statisticamente significativa nel gruppo a basso contenuto di carboidrati (HR 1,14); i risultati per bassi carboidrati sostituiti con alimenti vegetali erano simili per uomini e donne (l’HR aggregato per mortalità CV 0,77). Per i decessi totali per cancro, è stata osservata un'associazione diretta statisticamente significativa con basso contenuto di carboidrati negli uomini (HR: 1,32; cancro del colon-retto HR 1,31, cancro al polmone HR 1,22), tuttavia, la stessa associazione era più debole nelle donne e non ha raggiunto la significatività statistica. Nelle due coorti di uomini e donne statunitensi con un follow-up fino a 20-26 anni, è stato osservato che la dieta a basso contenuto di carboidrati è debolmente associata alla mortalità per tutte le cause, tuttavia, dieta a basso contenuto di carboidrati con alimenti ad origine animale è associata a una maggiore mortalità per tutte le cause e per cancro, mentre dieta a basso contenuto di carboidrati con alimenti vegetali è associato a una mortalità inferiore, in particolare alla mortalità per malattie cardiovascolari. Le diete a basso contenuto di carboidrati con fonti alimentari animali o vegetali hanno permesso di discernere meglio se qualsiasi associazione tra basso contenuto di carboidrati e mortalità sia dovuta principalmente a diverse fonti di macronutrienti, in particolare grassi e proteine: sono state osservate associazioni dirette più forti con la mortalità nella dieta a bassi carboidrati con fonti animali ma non quelle vegetali, suggerendo che gli alimenti di origine animale e vegetale abbiano un impatto differente sulla mortalità. In conclusione, il consumo di una dieta a basso contenuto di carboidrati a base vegetale è associata a un minor rischio di mortalità per tutte le cause e per CVD, mentre la dieta a basso contenuto di carboidrati a base animale è associata a un rischio più elevato di mortalità complessiva.
- 4 Il rischio di mortalità per tutte le cause tra i soggetti con dieta a basso contenuto di carboidrati è significativamente elevato: rischio relativo aggregato di 1,31. I rischi (RR aggregati) di mortalità e incidenza per patologie cardiovascolari erano rispettivamente 1,10 e 0,98 (non statisticamente aumentati). Le analisi utilizzando dieta a basso contenuto di carboidrati + alto contenuto proteico hanno prodotto risultati simili. In conclusione, le diete a basso contenuto di carboidrati sono associate ad un rischio significativamente più elevato di mortalità per tutte le cause nel lungo periodo e non significativamente associate al rischio di mortalità e incidenza di malattie cardiovascolari, o meglio le diete a basso contenuto di carboidrati potrebbero non essere protettive o dannose in termini di mortalità e incidenza di malattie cardiovascolari. Questi risultati supportano l’ipotesi che i benefici a breve termine delle diete a basso contenuto di carboidrati per la perdita di peso siano potenzialmente irrilevanti.
Conclusioni
Si sono accumulate nel tempo prove che suggeriscono che le diete a basso contenuto di carboidrati e la loro combinazione con diete ad alto contenuto proteico siano efficaci nella perdita di peso e possano avere effetti favorevoli a breve termine sui marcatori di rischio cardiovascolare Le diete a basso contenuto di carboidrati potrebbero essere sicure e valide dal punto di vista nutrizionale nella misura in cui i carboidrati introdotti con la dieta siano quelli semplici e raffinati e nel contempo la principale fonte di proteine siano i vegetali. Nonostante questi fatti, in studi su diete a basso contenuto di carboidrati recentemente non si sono riscontrati in realtà benefici cardiovascolari, ma viceversa un potenziale danno per la salute a lungo termine quando la qualità nutrizionale di grassi e proteine non viene presa in considerazione. Le analisi dei sottogruppi hanno suggerito infatti che le diete a basso contenuto di carboidrati potrebbero aumentare il rischio di mortalità e malattie cardiovascolari nei modelli dietetici a base animale, mentre potrebbero ridurre il rischio nelle diete a base vegetale. Le diete a basso contenuto di carboidrati possono essere collegate a una serie di altri problemi di salute cronici: un rischio positivo di cancro è stato correlato all'assunzione di proteine animali, e al consumo di carne rossa e lavorata. Si sa poco sulle conseguenze delle diete a basso contenuto di carboidrati rispetto alle malattie renali, all'osteoporosi e alle condizioni mentali.
Dato che le diete a basso contenuto di carboidrati sono probabilmente poco sicure e che la restrizione calorica ha dimostrato di essere efficace nella perdita di peso indipendentemente dalla composizione nutrizionale, sarebbe prudente, alla luce delle presenti evidenze, non raccomandare diete a basso contenuto di carboidrati. Sono chiaramente necessari ulteriori studi dettagliati per valutare tali diete e più nel dettaglio l’effetto delle diverse fonti proteiche.
Punti chiave
- Le diete sia con percentuali elevate che con percentuali basse di carboidrati sono associate ad un aumento della mortalità, con un rischio minimo osservato con un'assunzione di carboidrati del 50-55% dell'energia totale.
- I modelli dietetici a basso contenuto di carboidrati che privilegiano fonti di proteine e grassi di origine animale (agnello, manzo, maiale, pollo, formaggio) sono associati a una mortalità per tutte le cause più elevata.
- I modelli dietetici a basso contenuto di carboidrati che favoriscono l’assunzione di proteine e grassi di origine vegetale (verdure, noci, burro di arachidi, pane integrale) non sono associati a una mortalità per tutte le cause più elevata.
È importante notare, tuttavia, che la maggior parte degli studi hanno riportato il rischio di mortalità in base all'assunzione di carboidrati specifici delle popolazioni studiate, pertanto, gli effetti dell’assunzione di carboidrati possono dipendere dall’intervallo di riferimento per una data popolazione. Inoltre, la maggior parte delle analisi sull’assunzione di carboidrati non hanno tenuto conto dei potenziali effetti di specifiche fonti alimentari (ad esempio, di origine animale rispetto a quelle vegetali) che vengono utilizzate per sostituire l’assunzione di carboidrati in contesti a basso apporto di carboidrati.
SB Seidelmann, BClaggett, SCheng, M Henglin, A Shah, LM Steffen, A R Folsom, EB Rimm, WC Willett, SD Solomon: Dietary carbohydrate intake and mortality: a prospective cohort study and meta-analysis. Lancet Public Health, 2018.
↩Mahshid Dehghan et al., Prospective Urban Rural Epidemiology (PURE) study investigators: Associations of fats and carbohydrate intake with cardiovascular disease and mortality in 18 countries from five continents (PURE): a prospective cohort study. Lancet, 2017
↩TT Fung, RM van Dam, SE Hankinson, WC Willett: Low-carbohydrate diets and all-cause and cause-specific mortality: Two cohort Studies. Ann Intern Med, 2010.
↩H Noto, A Goto, T Tsujimoto, M Noda: Low-Carbohydrate Diets and All-Cause Mortality: A Systematic Review and Meta-Analysis of Observational Studies. PLoS One, 2013
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