icon

abcDiabete

Disturbi del comportamento alimentare e diabete: diabulimia

Indice dei contenuti

  1. Premessa
  2. Diabulimia

Premessa

La magrezza, il basso peso corporeo, il calo ponderale, in qualunque modo si voglia definirlo, contraddistingue, quasi invariabilmente, il soggetto affetto da diabete mellito di tipo 1 alla diagnosi. Questo stato catabolico, che può giungere anche a livelli piuttosto importanti, deriva da un paradosso metabolico.

Il soggetto affetto da diabete mellito è infatti caratterizzato da livelli di glicemia elevati. Nonostante la grande disponibilità di questo prezioso metabolita energetico, l’organismo si comporta come fosse a digiuno, ossia attinge per le sue funzioni dai tessuti di deposito, in primis quello adiposo ed in secundis quello muscolare. Ciò determina un dimagramento del soggetto che non solo perde massa lipidica, ma anche massa muscolare, con possibile conseguente ipotrofia e sarcopenia.

Perché avviene tutto ciò?

La risposta è piuttosto semplice: per l’assenza di insulina. Il soggetto con diabete mellito di tipo 1 è caratterizzato, infatti, da una deficit pressoché assoluto di questo ormone. La distruzione autoimmune delle β-cellule nelle isole di Langerhans pancreatiche, strutture deputate alla sintesi e secrezione di questo ormone ipoglicemizzante, ne comporterà una carenza assoluta. L’assenza di insulina fa si che, nei tessuti che richiedano tale ormone per l’ingresso del glucosio nelle cellule come il tessuto muscolare e adiposo (tessuti insulino-dipendenti), vi sia un mancato ingresso del metabolita, portando ad uno stato di apparente digiuno. Si attiveranno quindi le vie che conducono alla produzione di energia utile all’organismo a partire da altre sostanze, come i lipidi (via lipolisi e β-ossidazione) e gli aminoacidi gluconeogenetici (gluconeogenesi). Parte dei prodotti del metabolismo energetico saranno i corpi chetonici, attori protagonisti della chetoacidosi diabetica. Questo spiega perché, nonostante lo spesso elevato introito alimentare (iperfagia) che contraddistingue il diabetico (tipo 1, ndr) non in terapia, via sia un continuo calo ponderale. Attenzione però, perché tale diminuzione del peso corporeo non è da attribuirsi solo al depauperamento dei depositi energetici dell’organismo, ma anche ad una disidratazione dettata dalla poliuria 1.

Oltre a quelli che sono gli aspetti puramente biochimici e fisiologici non si deve tralasciare, soprattutto poiché questa patologia (DM tipo 1) tende a colpire il soggetto durante una fase delicata della vita quale la giovinezza, gli aspetti di tipo psicologico. E’ pressoché indubbio che il dimagramento ottenuto senza fatiche e restrizioni sia un qualcosa che condizioni il giovane paziente, spesso a confronto con i pregiudizi dei coetanei e con i diktat delle mode e dei costumi 2, finanche a lasciare strascichi che possono condizionare una eventuale aderenza alla futura terapia. Il riacquisto e il mantenimento di un peso idoneo per la struttura corporea è un aspetto che deve necessariamente seguire la diagnosi, impostando una dieta secondo le indicazioni di una sana alimentazione.

Diabulimia

La diabulimia, termine ottenuto dalla crasi di ’diabete’ e ’bulimia’, è una patologia che rientra nella categoria dei disturbi del comportamento alimentare, sebbene non si ancora stata riconosciuta come tale dal DSM (ad oggi, 5a edizione). Se ne osserva una maggior prevalenza nei soggetti di sesso femminile, età 15-30 anni, che tendono ad adeguare la dose di insulina, sottostimandola o saltandola in toto 3, al fine di produrre uno stato catabolico utile alla perdita di peso.

Chiaramente le conseguenze possono essere sia a breve che a lungo termine e sono del tutto sovrapponibili ad un diabete mellito di tipo 1 non trattato: iperglicemia, poliuria, polidipsia, glicosuria, calo ponderale, fatica, debolezza, chetoacidosi, dislipidemia, retinopatia, nefropatia, neuropatia, problematiche micro e macrovascolari, riduzione della spettanza di vita4. I fattori che possono incidere nella malattia sono vari, sia di tipo individuale che ambientale, collegati all’idea della propria immagine corporea5, all’uso regolare di insulina, all’aderenza stretta alla terapia dietetica, alla convivenza fin da giovane età con una malattia cronica, al proprio stato di benessere (fisico e psichico). Sono ben noti al diabetico i rischi della malattia e di una mancata compliance terapeutica, così come è ben noto che l’insulina sia un ormone di tipo anabolico (aumento di peso). Tutto ciò porta al "salto della dose", visto come una scorciatoia per la perdita di peso, oltre a consolidare o slatentizzare comportamenti patologici quali anoressia o bulimia nervosa. Al pari di queste ultime, meglio descritte e categorizzate, la diabulimia crea nel soggetto affetto uno stigma sociale, soprattutto per la mancata attenzione medica e pubblica verso la stessa, con conseguente senso di incomprensione e solitudine. Non essendoci infatti restrizioni alimentari particolari (anoressia nervosa) o comportamenti strettamente punitivi (bulimia nervosa) associati, la condizione viene spesso sottovalutata ed è misconosciuta per lungo periodo 6.

Carenti sono al momento le linee guida per il trattamento specifico della condizione 78. E' necessario il lavoro delicato e sinergico di un team composto da diabetologo, psichiatra, psicologo, dietologo e, non meno importante, dalla famiglia.




  1. poliuria: eliminazione di un volume maggiore di 2,5 L di urina nelle 24h. La poliuria è un meccanismo di protezione dell’organismo che cerca di eliminare l’eccesso di glucosio, nel tentativo di ridurre la glicemia, attraverso le urine. Il glucosio comincia a comparire nelle urine (*glicosuria*) quando i valori ematici superano i 160-180 mg/dl. Il glucosio stesso, inoltre, esercita nelle urine un effetto osmotico portando ad una eliminazione di importanti volumi di acqua con le urine stesse (saturazione del trasportatore SGLT1/2). Tutte queste condizioni, che si possono riassumere in un aumento di osmolarità dei liquidi corporei e diminuzione della volemia, spiegano anche la polidipsia (aumentata sete), altra condizione che caratterizza un diabete misconosciuto. Poliuria, polidipsia, polifagia e calo ponderale sono punti cardine nella sintomatologia di questa patologia.↩

  2. vedasi il [pericoloso utilizz di farmaci come la semaglutide (*Ozempic*) per ottenere un dimagramento senza o con ridottissime restrizioni alimentari guidato imprudentemente dai social network!↩

  3. 40% degli uomini e 20-30% delle donne affetti da diabete mellito tipo 1 ha saltato almeno una volta la dose (I. Torjesen: Diabulimia: the world’s most dangerous eating disorder; BMJ, Mar 2019); fino al 60% dei soggetti affetti da diabete mellito tipo 1 ha diminuito deliberatamente la dose di insulina in qualche periodo della sua vita (V. Deiana et al: Clinical features in insulin-treated diabetes with comorbid diabulimia, disordered eating behaviors and eating disorders; European Psychiatry, Mar 2016).↩

  4. AE Goebel-Fabbri: Insulin restriction and associated morbidity and mortality in women with type 1 diabetes; Diabetes Care, Mar 2008↩

  5. MA Falcao, R Francisco: Diabetes, eating disorder and body image in young adults: an exploratory study about ”diabulimia”; Eat Weight Disord., Dec 2017↩

  6. CD van Heyningen, KS Manoharan: Diabulimia: an easily missed diagnosis?; BJD, Dec 2018↩

  7. NICE Guideline: Eating disorder: recognition and treatment; Recommendations 1.8, Dec 2020↩

  8. [Diabetes UK, Our Position Statement on Diabulimia](https://www.diabetes.org.uk/professionals/news--updates/our-new-position-statement-on-diabulimia)↩

#alimentazione #dieta #insulina